1993 erano in vendita le case per gli sfrattati

Così diceva il giornale del tempo “Il Comune di Lavagna ha deciso di rinunciare a sei alloggi: frutteranno un miliardo. Gli appartamenti al Ponte, costruiti cinque anni fa, non sono mai stati utilizzati. Con il ricavato saranno finanziate numerose opere pubbliche nella zona amare. Entro febbraio sarà pubblicato il bando di assegnazione”.

Torniamo quindi per un giorno indietro nel tempo e vediamo come, un articolo storico, possa farci capire come funzionavano diversamente le cose a quei tempi.

Entro la fine di febbraio verrà pubblicato il bando di concorso per l’assegnazione degli alloggi che il Comune di Lavagna ha ricevuto, come oneri di urbanizzazione, nella lottizzazione «Poggio Verde» sulle alture del quartiere del Ponte. Si tratta di sei appartamenti di cinquanta metri quadri ciascuno, bilocale più servizi, che sono stati costruiti in una palazzina nella zona vicina allo svincolo autostradale. L’altra sera il consiglio comunale ha approvato la pratica sull’alienazione, mediante vendita per pubblico incanto, degli appartamenti di via La Loggia. Il prezzo base d’asta è stato fissato a tre milioni e duecentomila lire a metro quadrato.

Il consiglio comunale, inoltre, ha stabilito alcuni vincoli per i partecipanti. Dovranno essere da almeno cinque anni residenti nel Comune di Lavagna, non devono avere altri alloggi di proprietà e potranno essere soltanto uno per nucleo famigliare. I bilocali non saranno venduti a «single», ma a coppie o famiglie. In aula, l’altra sera, grazie all’intervento del consigliere pds Elio Agresti, è stato cambiato un altro vincolo sulla cessione dell’immobile. Il progetto iniziale prevedeva una penale del dieci per cento in caso di vendita a un altro cittadino lavagnese, mentre rimaneva vietata la cessione a chi non aveva i requisiti necessari previsti dal bando di concorso. La modifica al regolamento, invece, supera il concetto della penale e vieta, in ogni caso, la vendita dell’alloggio per almeno cinque anni.

Dopo questo periodo, il proprietario potrà rivendere il bilocale soltanto a chi avrà le caratteristiche previste dal bando. Il guadagno per la vendita degli alloggi, circa un miliardo di lire, sarà usato dall’ammnistrazione comunale per una serie di opere pubbliche: il miglioramento dei pennelli a mare, la ristrutturazione dei marciapiedi della zona, la sistemazione del ponte della Maddalena che collega Lavagna con Chiavari, e il rifacimento del tetto delle scuole medie «Riboli». Dice il vicesindaco Giuseppe Sanguineti, psi: «Con questa operazione il Comune ha inteso privilegiare le coppie di giovani o gli anziani che non hanno un alloggio di proprietà. Inizialmente l’immobile in località «Poggio Verde» doveva essere destinato ai cittadini che avevano subito uno sfratto.

Una soluzione difficile, sotto il profilo tecnico-giuridico, da applicare perchè non sarebbe stata possibile una giusta “rotazione” degli sfrattati». Anche le opposizioni avevano criticato questa scelta iniziale proposta dall’amministrazione. Spiega il capogruppo pds Mauro Càveri: «E’ diffìcile gestire gli alloggi destinati ai cittadini sfrattati. Prova ne è il fatto che da quando sono pronti gli appartamenti, nessuno li ha mai abitati. Siamo favorevoli all’utilizzo del miliardo di lire per i pennelli a mare, anche se il Comune avrebbe dovuto far rispettare gli accordi con la Cala dei genovesi per il ripascimento delle spiagge, e per il tetto delle scuole Riboli. Siamo perplessi, invece, per i marciapiedi».

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