Cos’è il collasso carpale
La mano, a differenza degli arti inferiori, non necessita di sviluppare potenza per svolgere le sue funzioni, semai, necessita una corretta stabilità.
La diminuzione della mobilità causata dalla cosiddetta artrosi radiocarpale o collasso carpale può essere considerata non invalidante, ma genera una disabilità significativa nello svolgimento della maggior parte delle attività del paziente se è dolorosa.
Le conseguenze di fratture e lussazioni del radio distale e delle ossa carpali sono la causa più comune di artrosi post-traumatica a livello del radio.
Altre cause frequenti sono la pseudoartrosi e l’instabilità nella flessione dello scafoide, noto con l’acronimo SNAC (Scaphoid Nonunion Advanced Collapse) e SLAC (Scaphoid-Lunate Advanced Collapse).
Il collasso avanzato dello scafolunato (SLAC), come venne descritto da Watson nel 1984, è la forma più comune di artrite degenerativa del polso, che affetta il 55% dei casi. Esistono anche altri modelli meno comuni: osteoartrite scafolunato-trapezio-trapezoidea (26% dei casi), una combinazione di entrambi i modelli (14%) e miscellanea dei casi (5%).
Il modello SLAC è stato anche osservato in altre situazioni, come le fratture delle estremità del radio, nella necrosi avascolare dello scafoide e nei polsi con deposito di pirofosfato di calcio (modello clinicamente conosciuto come pseudogotta).
I modelli degenerativi SLAC e SNAC si sviluppano di solito in 3 fasi.
Nella prima fase i cambi degenerativi iniziano tra lo stiloide radiale ed il polo distale dello scafoide, tanto in presenza di pseudoartrosi come di dissociazione dello scafolunato.
Nella seconda fase di dissociazione dello scafolunato i cambiamenti degenerativi avanzano tra il radio distale e il polo prossimale dello scafoide. In presenza di pseudoartrosi dello scafoide invece questo spazio resta invariato e la problematica si sviluppa verso l’articolazione dello scafolunato grande.
Nella terza fase di entrambe le situazioni l’articolazione colpita è quella del grande semilunato, ma recentemente si sono osservati casi nei quali i modelli degenerativi SNAC cambiano a seconda della localizzazione della pseudoartrosi cronica dello scafoide.
La maggior parte dei casi SLAC presentano dolore, principalmente meccanico, e perdita di mobilitá del polso, in tutti i piani del movimento. Senza dubbio esistono alcuni casi di persone che nonostante presentino una degenerazione avanzata all’esame radiologico, allo stato sintomatico hanno mobilitá limitata però indolore.
Le tecniche chirurgiche che si possono utilizzare per il trattamento di questa patologia sono tutte di soccorso. Per questo motivo nei casi asintomatici o minimamente sintomatici si raccomandano trattamento “conservativi”.
Tra le tecniche chirurgiche proposte si può includere:
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la stilodectomia radiale;
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la denevarzione del polso;
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la sezione prossimale al carpo;
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la fusione dei quattro angoli;
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l’artroplastica del polso;
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la artrodesi totale del polso.
La fusione dei quattro angoli (o artrodesi dei quattro angoli) si può realizzare solo se lo spazio osseo dell’articolazione del semilunare è preservato.
La scelta tra la artrodesi dei quattro angoli e la sezione prossimale al carpo si basa sulle preferenze del chirurgo, ma generalmente si applica quest’ultima a quei pazienti con meno necessitá di potenza meccanica e che preferiscono maggiore mobilitá.
Inoltre, quando la superficie articolare della testa dell’osso grande è danneggiata, la sezione prossimale al carpo non è indicata e la alternativa alla artrodesi dei quattro angoli è la artrodesi totale del polso. Questo intervento è una tecnica molto buona per alleviare il dolore, anche se implica una perdita totale della mobilitá.
Per concludere, in persone di etá avanzata (dopo i 65 anni) e con richiesta funzionale limitata si può considerare come alternativa una protesi totale del polso.